giovedì 4 novembre 2010

Fratelli cartelli

Quello che mi attraversa
va veloce dal cuore alla testa.

Non ci capisco più niente. Non sono più neanche tanto padrona delle mie facoltà mentali, a dire il vero, dopo un pomeriggio passato prima a fare un esperimento di dolce (prossimamente posto la ricetta, riveduta e corretta) e poi a fare cartellini di identificazione per domenica prossima. E poi, puro caso, ne ho parlato con Marco perché mi serviva una foto e mi ha fottuto il lavoro. Non poteva continuare i compiti, no? E non fosse solo che si è incastrato ad avere ragione a tutti i costi, alla fine li ha pure fatti più fighi dei miei. (No, non è vero, solo i miei erano da appendere tipo pass, i suoi sono più colorati e sono veri e propri cartellini da taschino. Diciamo che più che altro non c’è paragone perché sono due cose diverse).
Insomma, mezzora a bestemmiarci al cellulare, mezzora prima di cena a bestemmiarci su msn, poi sono andata a mangiare, e lui nel frattempo credo che abbia mangiato al computer (a volte pagherei per poterlo fare), se non ha direttamente saltato la cena, e ha sfornato in 10 minuti due cartellini. Il mio e il suo. Se non fosse che sembro viziata, gli avrei detto di farmelo arancione e non rosa. Ma siccome poi mi arrivava un papagno (cit.) dato che avevo già criticato parecchio e gli avevo fatto cambiare già due o tre cose, sono stata zitta.
Ma io quando andavo alle superiori avevo così tante verifiche? E mi facevo così tanto il culo a studiare? Alle cinque e mezza stavo ancora facendo i compiti? Neanche se mi era caduto un meteorite sulla cucina. Io mi grattavo la pancia che era un piacere, e pensare che non avevo neanche il computer.

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