lunedì 27 febbraio 2012

Porta pazienza

La gente dice che non ho pazienza. Per semplificare, molto spesso lo dico anche io, anche se è stupido dire che uno ha tanta o poca pazienza. Non è mica un sacco sulle spalle che si ri-riempie durante la notte o cose del genere. Il fatto è che la pazienza è assolutamente variabile, a seconda di chi hai davanti e di cosa stai facendo. Per farvi un esempio stupido, se voglio superare un livello di un videogioco (così sul momento mi viene in mente Aladdin - La vendetta di Nasira) posso rigiocarlo anche dieci volte in un pomeriggio, finché non ce la faccio, e la mia pazienza può essere solo minimamente intaccata, così come può andarsene del tutto di fronte a un altro genere di impegno.
Comunque, oggi pomeriggio a ripetizioni ho notato che l'atteggiamento della persona che mi sta davanti è influisce enormemente sulla mia scorta di pazienza. Voglio dire, sono lì apposta per spiegarti quello che non hai capito quindi si presume che mentre parlo mi ascolti. Se poi ti sei sforzato ma non hai afferrato il concetto, posso anche rispiegartelo dieci volte, ma a patto che mi ascolti. Perché se invece, mentre io ti dico con le parole più semplici che trovo qual è la differenza tra un pronome e un aggettivo, tu pensi a cos'ha combinato il Milan nella partita di domenica, la prima volta che mi dici "non ho capito" è matematico che la mia pazienza si squaglia. Non chiedo tanto, solo un po' di educazione e concentrazione.

Nessun commento:

Posta un commento