sabato 18 agosto 2012

Recensioni: Graceling

Graceling è il primo romanzo di una trilogia fantasy scritta da Kristin Cashore, i cui seguiti sono Fire e Bitterblue (uscito in America a maggio).
Attenzione: anticipazioni sulla trama.
Nei sette regni tutti quelli che hanno gli occhi di due colori diversi sono dei Graceling. Ogni Graceling ha un Dono, che può essere molto utile o molto pericoloso, o anche inutile. Tutti i Graceling sono di proprietà del re, che in genere li mette alle proprie dipendenze, così il cuoco di corte ha il Dono di cucinare, il giardiniere di coltivare, e Katje, la nipote del re, il Dono di uccidere. O almeno così pare.
Re Rand la usa come sua arma personale, la spedisce in giro per il regno a punire chi si è comportato male e Katje esegue. Tutto questo finché un giorno si rifiuta di obbedire agli ordini dello zio re perché pensa che l’uomo che dovrebbe punire non abbia commesso niente di male. Per evitare di fare una carneficina a palazzo, quando il re la convoca per chiedere spiegazioni, gli annuncia che se ne andrà di sua volontà e che non sarà più al suo servizio.
Katje quindi parte in compagnia del principe Po di Lienid (scusate, sarò io ma ogni volta che leggevo “Po” mi veniva in mente il panda) per indagare sul rapimento del principe Tealiff, nonno di Po, da lei salvato all’inizio della storia. I due attraversano foreste e montagne e cose del genere e (ovviamente) nel frattempo, passando tutto questo tempo insieme, si innamorano. Katje è convinta di non sposarsi mai, tuttavia Po le regala uno dei suoi anelli. Si scopre anche che Po ha il Dono non del combattimento come tutti pensano ma di poter vedere con la mente, una sorta di telepatia, e che nessuno, a parte la madre ne è al corrente.
Quando Po e Katje arrivano nel regno di Monsea per indagare su re Leck, scoprono che ha il potere di manipolare la mente delle persone, per cui tutto ciò che dice viene creduto vero da chiunque, infatti proprio per questo tutti lo credono buono e gentile, quando invece è uno schifoso bastardo sadico. Comunque Po è l’unico che non può essere ingannato dal re e per questo tenta di ucciderlo dopo aver scoperto che il re ha ammazzato sua moglie, zia di Po, e che cercava di uccidere anche sua figlia. Po viene ferito nello scontro e decide di fermarsi in una capanna sulle montagne di Monsea, affidando Bitterblue, la figlia del re, a Katje e dicendole di portarla a Lienid usando il suo anello come lasciapassare. Segue tutta la descrizione del viaggio tra le montagne che avrei saltato volentieri, e anche di quello in barca verso Lienid. Tra l’altro, l’anello di Po la identifica come principessa di Lienid, quindi sulla barca le fanno un sacco di salamelecchi. Arrivati finalmente a Lienid, entrano nel castello di Po, e chi c’è? Ma certo, Leck. A quel punto l’avrei ammazzato io, ma ci ha pensato Katje. Quindi, ucciso Leck, tornano tutti sulle montagne di Monsea a recuperare Po. Bitterblue, morto suo padre, è diventata regina ma rimane per tutto l’inverno nella capanna con Po e Katje, mentre il padre di Po governa a Monsea al suo posto. Seguono pare assortite nella capanna, finché anche Bitterblue e l’ultimo soldato tornano nella capitale e Katje e Po restano felici e contenti sulle montagne, ma prima o poi scenderanno.
Fine del primo libro.

Avevo cercato di iniziarlo tre anni fa, quando era appena uscito, ma mi ero fermata intorno a pagina trenta, tipo poco dopo il salvataggio di Tealiff. Non sono neanche sicura di essere arrivata a quando lo portava in salvo al castello. Poi l’avevo mollato, forse perché stavo leggendo Larsson, o forse perché non era un buon momento, l’avevo trovato noioso e palloso, e mi ricordava anche La spia di Shandar, che già non mi era piaciuto tanto. Poi la settimana scorsa ero di nuovo a secco completo, e quindi l’ho ripreso. Oserei dirvi che è scritto bene, anche se poi le eroine sono sempre eroiche, bellissime e ignare del fatto che mezzo regno è innamorato di loro. Gli eroi sono sempre fighi e muscolosi e bravissimi in combattimento e baciano da dio e ovviamente finiscono sempre per mettersi con l’eroina di turno. Il cattivo è sempre terribilmente cattivo e subdolo, e solite cose, e casualmente sta anche a raccontare tutto quello che ha combinato, come se affettivamente noi fossimo così scemi che ci interessa anche stare ad ascoltarlo. Se non altro, a parte certi punti (tipo la fuga con Bitterblue, che l’ho trovata pallosetta) è abbastanza coinvolgente, infatti ho preso anche il secondo per vedere come continua. Che poi, non continua perché è un prequel. Ma pazienza.

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