domenica 21 ottobre 2012

Festa di compleanno fuori posto

Ieri abbiamo fatto la mia festa di compleanno al cg. Quest’anno noi grandi siamo senza animatore, riferiamo direttamente alla Giò e basta, a quanto pare. Comunque ne hanno approfittato per fare un bel po’ di casino, e io già lo sapevo, ma dopotutto sono peggio dei bambini e chi spera di no è solo un illuso.
Comunque ho portato il dolce, ho fatto la ciambella paradiso (vedi ricetta qui) con le scaglie di cioccolata. Naturalmente si sono strafogati fino alla morte, e figurarsi se fanno a meno quando si tratta di cibo. Mi hanno regalato un libro (Cinquanta sbavature di Gigio, parodia delle più famose sfumature) con annesso segnalibro, e una felpa di Nightmare before Christmas. Meravigliosa. Doubleface, un lato a righe nere e viola con la faccia di Jack e l’altro tutto nero sempre con Jack davanti e coi pipistrelli dietro. L’unico piccolo problema è che mi va un po’ stretta, ma è un motivo in più per calare (e comunque appena si asciuga la metterò su una sedia ad allargarsi).
A ripensarci adesso sembra tutto bello, ma basta girare l’occhio un attimo per assorgersi che non è così. Che forse io sono il “capo” al cg, che sono io che ho le chiavi e cerco di mantenere una parvenza di ordine, ma la verità è che non c’entro niente con loro. Non esco con loro, non ascolto la loro musica (che neanche mi piace), non capisco neanche di cosa parlano. Mi sembra di essere da sola in una stanza in cui invece ci sono altre sette persone. A volta penso che quello non è più i mio posto. Abbastanza spesso, in realtà. Penso anche, come oggi, che avrei voluto dirgli: “porca vacca, è la mia festa di compleanno, comportati bene. E tu, deficiente [Marco], potresti anche fotografare me, dato che la festa è mia, e anche la macchina fotografica che hai in mano lo è”.
Venerdì stavano sentendo una canzone, non so di chi, uno di quei gruppi/cantanti che piacciono a loro, che cantano tutto fuori tempo, che anche se le parole non stanno sulla musica non fa niente, e beh, le parole della prima strofa dicevano esattamente come mi sento io. E Marco mi guardava canticchiando come niente fosse, e io avrei voluto prenderlo a schiaffoni e dirgli: “visto che la sai a memoria, visto che mi vuoi bene e tutte le solite menate, cosa ci metti a renderti conto che stai cantando il mio stato d’animo? Che è terribilmente così e non lo vedete, nessuno di voi?”. Ma forse non gli interessa di vederlo, e io non credo che glielo dirò. Che senso avrebbe, se tanto non lo capiscono?

1 commento:

  1. insomma una gran bella festa (tipo questa :P) http://www.youtube.com/watch?v=pg18v2Z-4B8

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